Le nuove imposte di bollo sugli estratti conto

Il governo Monti con il Dl 201/2011 ha ritoccato la disciplina dell’imposta di bollo sui conti correnti e sui titoli, già modificata in senso progressivo con le manovre estive del 2011 ed è intervenuto per porre un limite alle spese di commissione bancaria per fidi e sconfinamenti sui conti correnti. Fissato un tetto anche alle commissioni sui pagamenti con carte elettroniche.
L’attuale normativa prevede che l’onere dell’imposta di bollo già fissato a 34,20 euro annuali venga pagato dagli intestatari persone fisiche solo se il conto è attivo e con un saldo medio nell’anno oltre i 5000 euro.
Per chi non supera il limite o è in rosso, eventualità purtroppo comune in questo periodo, l’imposta di bollo sul conto corrente non è dovuta. Questo è di fatto un risparmio per ben 8 milioni di contribuenti, un terzo dei correntisti italiani.
Per le imprese invece il bollo aumenta da 73,80 a 100 euro, indipendentemente dal saldo. In concomitanza con l’imposizione del limite all’utilizzo del contante che costringe anche la pubblica amministrazione a pagare le somme oltre gli € 1.000 solo con mezzi tracciabili, è previsto anche un conto corrente base a zero spese , esentato quindi anche dal bollo esatta definizione per le fasce meno abbienti, per la cui esatta definizione si attendono ancora le disposizioni applicative.
Anche sui titoli si è cercato di introdurre un principio di equità , perché l’imposta è diventata proporzionale e si calcola con una percentuale sul valore totale posseduto dello 0,1% nel 2012 e 0,15% dal 2013, comprendendo però tutti i tipi di prodotti finanziari, compresi quelli detenuti all’estero. Con un limite fisso di 34,20 minimo e, solo per il 2012, un massimo di 1200 euro di imposta.

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