È escluso che una mera irregolarità che emerge dal Durc sia sufficiente a revocare l’appalto di opera pubblica all’impresa vincitrice. Laddove il bando di gara non pone paletti precisi, la stazione appaltante ha il dovere di verificare che la violazione delle norme contributive che emerge dal documento di regolarità sia effettivamente «grave» come richiede la legge ai fini dell’esclusione del concorrente. Insomma, ha ragione l’azienda che sottolinea come compensando i suoi crediti e debiti nei confronti dell’Inail emerge che la somma da versare all’istituto previdenziale sia ampiamente sotto la dead line indicata come minimo debito contributivo (100 euro) dal Dm 27 ottobre 2007. È quanto emerge dalla sentenza emessa dalla quarta sezione del Consiglio di Stato.